Verso un patto di collaborazione

Energie libere in Crema

13 novembre 2019 - Sala Cremonesi presso il CCSA di Crema

Labsus - Elena Taverna

https://www.labsus.org/

Labsus, rivista scientifica che dal 2005 si occupa di beni comuni in maniera interdisciplinare; dal 2014 – anno di nascita del Regolamento dei Beni Comuni per la città di Bologna come pilota – è una rete presente in diversi territori italiani che supporta amministrazioni e cittadini
nella cura di beni condivisi. I beni comuni sono quei beni che se arricchiti arricchiscono tutti, se impoveriti impoveriscono la società. Sono tanti e sono ovunque, sono fragili e indispensabili, sono di tutti e di nessuno. Non esiste un modello valido per ogni bene e ogni contesto, vi è una responsabilità di cura universale, la governance deve essere aperta, inclusiva e democratica, anche a chi verrà. Il processo si fonda su un principio costituzionale rimasto inapplicato per anni e che prevede che tutti gli enti a ogni livello devono favorire l’autonoma iniziativa per lo svolgimento di attività di interesse generale. L’amministrazione viene accompagnata nella costruzione di un Regolamento generale dei Beni Comuni, mentre i cittadini vengono accompagnati nell’emersione di luoghi e non solo di cui prendersi cura attraverso la costituzione di Patti di Collaborazione, cioè regolamenti specifici che definiscono la rete di territorio pubblico-privata, i ruoli e le responsabilità. I Patti si basano su un rapporto di fiducia, hanno lo scopo di creare relazioni di condivisione, non solo di manutenzione, devono garantire la fruibilità collettiva del bene, può essere presentato da tutti, anche da soggetti informali, rimane sempre aperto. Alcuni esempi:
Azzaip! Questa non è una Piazza – Milano, Corvetto: creazione di un palinsesto culturale promosso dai piccoli commercianti che affacciano su questo punto di passaggio e dalle realtà del terzo settore, oltre alla pittura della pavimentazione realizzata con i cittadini;
Villa Giaquinto, Bene Comune – Caserta: occupazione di un parco da parte di abitanti e studenti per ripulirlo e renderlo di nuovo accessibile, hanno poi spinto il Comune a approvare il regolamento, oggi fanno tantissime attività, producono marmellata, yoga, concerti, un vero sistema condiviso;
INstabile Portazza – Bologna: ex centro civico chiuso da tantissimi anni, in una zona periferica di Bologna, il patto è servito per acquisire potere negoziale con ACER,
riconoscimento e possibilità di partecipare a bandi, dunque alla creazione di un ecosistema relazionale.

Co-City a Torino - Laura Socci

http://www.comune.torino.it/benicomuni/co-city/index.shtml

Il Progetto Periferie del Comune di Torino degli anni Novanta è stato un progetto all’avanguardia, improntato sull’idea di promuovere la rigenerazione urbana non solo dal punto di vista fisico ma anche sociale, tema attuale oggi. In tale occasione, si erano sperimentati dei Patti di Gestione come Comune di Torino, ma che non avevano avuto un grande futuro. Quando è stato approvato il Regolamento dei Beni Comuni di Bologna, anche il Comune di Torino ha voluto scriverne uno. Ha tentato di scrivere un regolamento molto operativo – essendo già in atto una serie di processi – ed è stato scritto insieme ai vari servizi della città, in modo da essere fin dall’inizio condiviso. Un’altra scelta è stata di non avere un Ufficio Beni Comuni centralizzato in modo da responsabilizzare molte più persone sul tema anche all’interno dell’amministrazione stessa. Il Regolamento dei Beni Comuni è stato attivato nel 2016 e un principio a cui ci si ispira è l’informalità: non è semplice all’interno di una amministrazione pubblica, però vengono saltati una serie di passaggi burocratici almeno nei rapporti, anche se dietro chiaramente molti passaggi restano.

Fondazione Innovazione Urbana a Bologna - Leonardo Tedeschi

https://www.fondazioneinnovazioneurbana.it/

La Fondazione nasce a giugno 2018 su spinta del Comune di Bologna e dell’Università su eredità di Urban Center. Diversi sono i percorsi che hanno visto la città coinvolta in questo processo di definizione del Regolamento dei Beni Comuni. Sono nati i laboratori di quartiere, gestiti dall’ufficio Immaginazione Civica del Comune di Bologna, spazi in cui in maniera stabile convogliano tutti i processi partecipativi dell’amministrazione comunale, che hanno ciclo annuale e si sviluppano dall’ingaggio, all’ideazione, alla co-progettazione, alla decisione e all’esecuzione. Attraverso il bilancio partecipativo, dunque, la Fondazione interroga i cittadini e poi fornisce all’amministrazione quanto emerso. Gli apprendimenti che emergono dall’esperienza sono l’importanza dell’approccio di prossimità, reso possibile dalla presenza di un referente per ogni quartiere, e la comunicazione con “incursioni” usando il linguaggio dei cittadini e andando nei loro luoghi.

Michela Oleotti di Fare Legami

http://www.farelegami.it/

A Crema vi sono in atto 15 Patti di Comunità del Territorio, sono una dimensione di sperimentazione e radicamento nel territorio del lavoro di comunità. Fare Legami nasce da un contributo di Fondazione Cariplo Welfare in Azione. Il progetto si innesta sul Piano di Zona del Cremasco; esso sperimenta un welfare di comunità in grado di dare risposte a forme di vulnerabilità spesso invisibili attraverso il rinforzo dei legami sociali. Insieme alle comunità, poi, si rigenerano anche luoghi. La questione di base è: che cosa possiamo fare insieme per il benessere delle nostre comunità? Hanno partecipato circa 5.000 cittadini e 68 realtà, sono stati realizzati 23 laboratori e 80 patti di inclusione sociale, su 48 diversi Comuni. Oggi sono in corso 15 patti. I laboratori di comunità sono dei laboratori informali che definiscono la vulnerabilità e, eventualmente, operano su un bene, ri-orientandolo o riattivandolo. Nei civic center, che sono 9, l’elemento innovativo è stato quello di creare una co-progettazione che ha visto coinvolti tutti gli attori, dalle realtà associative, alle famiglie, al luogo che ospita. I patti di inclusione sociale si incentrano sulla generatività: si forma una micro-équipe intorno alla vulnerabilità e un gruppo di abitanti si attiva attraverso un progetto.
Non vi è un regolamento, ma solo un’ottica e una formule di corresponsabilità dentro a legami di fiducia e relazioni preventive. Anche la cultura può e dovrebbe essere ingaggiata in termini di corresponsabilità. Vi sono delle vicinanze tra questi apprendimenti e quello che sta accadendo qui e stiamo individuando degli stessi elementi di processo. Trovare delle
vicinanze, forme di raccordo, di ponte permette di definire i modelli e rafforzare i processi.

Tavola rotonda

http://www.mercatosonato.com/

Pensando al CCSA, alle altre realtà del Cremasco che lavorano sui beni comuni e al punto di partenza in cui si è, sono emerse alcune riflessioni.
Prima fra tutte: si sente la necessità di un regolamento? o è troppo presto? Di sicuro può essere importante iniziare a costruire un manifesto, fissare gli ipotetici “10 punti verso un regolamento per i beni comuni”.
La Consulta Giovani tra l’altro sta pensando di proporre un patto di collaborazione, al Campo di Marte si sta lavorando per un patto di comunità, Acli gestisce lo spazio In&Out (per citare
alcune esperienze). In questo contesto un manifesto che poi vada verso un regolamento può aiutare da un lato a dare una cornice di senso, dall’altro a dare all’amministrazione (e alla collettività) uno strumento giuridico per gestire al meglio queste esperienze di cittadinanza attiva e di riattivazione di spazi.
Allora è importante far emergere come ogni soggetto sta (o deve) spostarsi dalla propria mission e fare uno “sforzo immaginativo”, come è possibile applicare un nuovo modo di fare politiche in cui:
– cambia il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, rapporto che non è più solo autorizzativo
– cambia il ruolo dei cittadini che non sono più solo fruitori, ma diventano co-progettisti.
Allora il CCSA perchè non può diventare “l’ufficio immaginazione civica di Crema e del Cremasco”? Uno spazio sia fisico che virtuale di incontro, confronto e co-design di progetti culturali e di rete per il territorio?